Se riprendessimo per un attimo in mano il vecchio Marcuse noteremmo come già negli anni ‘60 Egli avesse anticipato tematiche ora attuali :“Come universo tecnologico, la società industriale avanzata è un universo politico, l’ultimo stadio della realizzazione di un progetto storico specifico, vale a dire l’esperienza, la trasformazione, l’organizzazione della natura come mero oggetto di dominio. Via via che il progetto si dispiega, esso plasma l’intero universo del discorso e dell’azione, della cultura intellettuale e di quella materiale. Entro il medium costituito dalla tecnologia, la cultura, la politica e l’economia si fondono in un sistema onnipresente che assorbe o respinge tutte le alternative. (…) La razionalità tecnologica è divenuta razionalità politica”…con gli uomini spogliati della loro individualità non per costrizioni esterne, come ieri, ma per la stessa razionalizzazione economica e tecnica della loro vita.
Partendo da tale presupposto dovremmo argomentare che ogni tentativo di rifare il conflitto sociale e sindacale si scontri sempre contro il muro di gomma politico della società industriale avanzata di ieri e ancor più di oggi, dove a mutare è solo il mezzo di connessione/produzione prevalente nella singola fase storica: ieri la catena di montaggio, oggi la rete come fabbrica integrata diffusa.
Gli sfruttati quindi, ieri come oggi, dovrebbero ribellarsi, scioperare, disconnettersi. Ma chi sono? O meglio, sanno dov’è il vero potere e come esso si eserciti su di loro modificando/ingegnerizzando i comportamenti individuali e collettivi per renderli funzionali alla propria riproducibilità infinita di sistema?
Essi sono i lavoratori precari, i riders , i dipendenti di Amazon i lavoratori in co-working e in smart-working e tutti quei lavoratori che fanno della creatività il proprio pane quotidiano e che non sono più disposti a dargli la possibilità di incidere sulle loro vite lavorative in modo totalitario, senza alcun contraddittorio.
E’ quindi piu’ che auspicabile che il Sindacato rinasca adeguandosi alla nuova dimensione tecnologico-comunicazionale, perché il numero – ancora Marx e “Le categorie del ‘900” che ritornano – è l’unico modo per i lavoratori di difendersi dalla pre-potenza dell’impresa-imprenditore/algoritmo-piattaforma neoliberale.
Il Sindacato ha ora piu’ che mai un compito arduo : ricreare una coscienza collettiva, un noi politico/sindacale che pare ultimamente sia andato perduto poichè ciascuno ha un contratto di lavoro diverso dai colleghi e la società esalta ad ogni passo l’individualismo, l’egoismo, la competizione tra lavoratori .
Noi crediamo nel principio della coscienza collettiva , in una nuova coscienza collettiva riconformata al mutato contesto sociale e lavorativo. E questo nuovo impegno digitale vuole esserne la prova.
Guido Toffolo